Masseria Jesce: una comunità in evoluzione

· Marco

Abbiamo appena terminato l'esperienza "Masseria Jesce: unire Storia, Memoria e Visone con gli strumenti della Permasofia" e questa mattina al risveglio ho sentito un profondo senso di soddisfazione che profuma di cioccolato e magia.

Masseria Jesce è un patrimonio dell'umanità e avere l'occasione di respirarne ogni spazio e di vivere attraverso la connessione con gli elementi la sua antichità e sacralità è stata un'occasione preziosa e trasformante.

Preziosa per la fluidità e la ricchezza che nascono dello stare insieme senza giudizi, nell'ascolto e nel nutrimento reciproco in cui ogni parola, gesto e sguardo porta con sè la cura e l'amorevolezza di un'umanità che ha a cuore la vita e le sue relazioni.

Trasformante per la potenza e la risonanza di riti semplici e condivisi che mettono al centro gli Elementi (Fuoco, Aria, Terra, Acqua) e la loro funzione e ridanno valore al ruolo di ogni essere umano, nella semplicità dei gesti e nella profondità delle parole.

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Masseria Jesce sta vivendo un periodo di contrapposizioni.

Da un lato vive il suo periodo di massimo riconoscimento istituzionale. Dopo anni di durissimo, osteggiato e poetico lavoro dell'Associazione Lo Scrigno di Pandora e di quello che può essere definito il custode culturale, storico e magico della Masseria, Donato Laborante, con grande soddisfazione e gioia è finalmente arrivato il riconoscimento del Ministero dei Beni Culturali, della Soprintendenza e degli ispettori dell'Unesco che attraverso visite e scelte progettuali hanno dato un immenso valore a ciò che finora è stato fatto. Inoltre la Masseria, riportando in auge il suo ruolo storico di stazione di posta, è, oggi, un luogo di creazione e sperimentazione di artisti e visionari che tra le sue mura trovano un porto ispirante dove dar voce alla loro arte.

Al tempo stesso, quello che dovrebbe essere un luogo della comunità, per la comunità, con una comunità attiva e vibrante di persone che se ne prendono cura, lo vivono anche quotidianamente e contribuiscono alla sua evoluzione è nella sua fase decadente. Le persone che per anni hanno dedicato tempo ed energia al progetto vivono una stanchezza fisiologica e così tutto il lavoro ricade su Donato e pochi collaboratori con tutta la frustrazione che ne deriva.

E' probabilmente per questo motivo che la Masseria Jesce ha chiamato me e la Permasofia. Personalmente sento una connesione profonda e naturale con la Masseria, basti pensare che prima di conoscerla l'ho trovata su google maps. In uno dei miei giochi geometrici sul territorio mi sono detto:"io devo andare qui". Ingrandisco, ingrandisco e cosa trovo: Masseria Jesce! Non poteva che essere amore a prima vista!

Perchè portare a Jesce gli strumenti della Permasofia?

Perchè gli strumenti che abbiamo creato con la Permasofia, sono stati creati con il chiaro intento di portare la coscienza dell'unione, cioè la capacità di stare, vivere e creare insieme, come un'unico organismo. Strumenti nati con questo intento possono essere applicati ai progetti ed agli ecosistemi umani e naturali più disparati ma trovano la loro piena espressione nella creazione, evoluzione e trasformazione delle comunità, qualsiasi esse siano.

Quello che abbiamo fatto a Masseria Jesce in questi tre giorni insieme è stato nutrire il seme di questa nuova comunità-umanità. Lo abbiamo fatto con azioni pratiche e simboliche: stare seduti in cerchio attorno al fuoco parlando direttamente con lui, studiando i pianeti e i chakra, immaginando noi stessi come un Sole o come un sitema solare, scoprendo perchè ci muoviamo nello spazio nelle diverse direzioni, esplorando il dolore e come trasformarlo, guardando l'universo che si dischiude negli occhi dell'altro, facendosi rigenerare da un abbraccio sincero, piantandoci come alberi e dilatando il tempo.

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Ma l'atto rituale piu significativo che per me abbiamo condiviso insieme è stato quello di riunirci in cerchio, abbracciati intorno all'Acqua, esprimendole i nostri timori, la nostra gratitudine e le nostre speranze. In un territorio, la murgia, in cui è evidente quanto l'uomo e le comunità che la abitano abbiamo totalmente perso la connessione con l'elemento Acqua, con la sua raccolta, con il suo utilizzo consapevole e con il suo potere rigenerante, un atto semplice e simbolico come questo ha la capacità di risvegliare la memoria e riportare in vita la visione di un territorio che riporti al centro della sua esistenza l'Acqua e la sua sacralità.

E chissà se tra qualche anno ci ritroveremo a parlare, pregare e condividere oltre che nelle piazze, nei parchi, nei bar e attorno al fuoco anche vicino alle cisterne, ai canali e ai pozzi resi sacri da questa nuova consapevolezza.

D'altronde "riportare l'Acqua nella Murgia " è la visione di Donato che io, Marco sposo con tutto il cuore.

Grazie a Masseria Jesce, Donato, Antonio, Virginia, Andrea, Anna, Giuseppe, Alessandro, Gianni, Giandomenico per aver reso questa esperienza reale.

 

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